Quando sono venuti a prendere Claudia per portarla in sala operatoria, lei che fino a quel momento era stata abbastanza controllata, è andata nel panico. A questo punto Mamma Salvia si è sbracata, e le ha confidato le imbarazzanti memorie di un intimo intervento da lei subito, nello stile sboccatello ed ammiccante che tanto suscita il divertimento di Claudia e di tutti i bambini. Ed infatti da lì ad un momento l'imminente appendicectomizzata rideva a crepapelle contorcendosi sulla sua barella, tra l'ilarità di tutti i medici che passavano e che mai avevano veduto un paziente sbellicarsi sulla porta della sala operatoria!
Dopodichè è arrivato l'anestesista, che le ha spiegato tutto per filo e per segno. Ha paragonato l'anestesia ad una profonda dormita, nel quale i sogni che si fanno e il risveglio più o meno buono dipendono dai pensieri con i quali ci si addormenta. Le ha quindi consigliato di cercare bei pensieri in compagnia dei quali addormentarsi.
Rimasti soli con lei, io ed il marito abbiamo iniziato a proporle ricordi di vacanze, viaggi, films, ma l'allegra Little Iena non ha perso tempo in inutili sentimentalismi, ed è andata dritta in meta: un portatile Apple!
E visto che l'anestesista non tornava, ha anche rilanciato, aggiungendo un iPad.
Se lo stimato professionista non si sbrigava a tornare, avremmo dovuto mettere all'asta un rene su Ebay per garantire alla piccola un buon risveglio.
E quando finalmente il dottore è arrivato e le ha chiesto se era pronta, siamo stati io e suo padre che in un sincronismo immediato e perfetto abbiamo risposto SIII !!
Perchè se in Italia un'operazione chirurgica è gratuita, i pensieri felici possono ridurti in miseria!
Addio Appendice III – Compagni di stanza
Il moderno reparto di Chirurgia Pediatrica nel quale Claudia era ricoverata è costituito da camerette doppie. Quando siamo arrivate l'altro letto era occupato da una sfortunata bimba,10 anni e 40 operazioni alle spalle. Una volta dimessa lei, ci siamo godute qualche ora di solitudine, chiedendoci da chi sarebbe stato occupato l'altro letto.
Un neonato piangente 24 su 24?
Una coetanea col quale socializzare?
Niente ci aveva preparato all'incredibile realtà.
Reduce da un'operazione per frattura tibia e perone, è arrivato un 16enne giocatore di basket.
1.80 di altezza. Maschio.
Ora, se già vedere un energumeno di quella fatta in un'ospedale pediatrico pare francamente un controsenso, saperlo dividere la cameretta con la tua bambina pare … pare..... non lo so che pare.
So solo che sono uscita ed ho apostrofato le infermiere, comunicando loro che l'accoppiata mi pareva quanto meno opinabile e che le ritenevo personalmente responsabili di ogni disagio o peggio!
Claudia è andata nel panico, però mai come il marito che, in mancanza di mattoni col quale erigere un temporaneo Muro di Berlino, ha tirato la tenda divisoria e vi si è posto di sentinella, pronto a frantumar residui melleoli, rotule e femori a colpi di asta delle flebo.
Fortunatamente il cestista era in quella simpatica fase adolescenziale nella quale l'esprimersi è ridotto a grugniti ed evidentemente molto più interessato all'andamento del campionato che ad una 12enne appendicectomizzata.
Un paio di giorni dopo commentavo preoccupata con un'amica l'insonnia del Marito durante la “nostra” ospedalizzazione: sarà stata l'influenza latente?
Il pensiero per importanti e delicate scelte professionali?
Lo stress per l'operazione della piccola?
Fatto sta che da varie notti non riusciva a dormire più di pochissime ore.
Macchè lavoro, macchè influenza!, obietta giustamente l'amica, il pover'uomo veglia pensando alla sua bimba in coatta intimità con 1 metro e 80 di 16enne, ingessato ma pur sempre 16enne.
Dagli torto....
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