sabato 29 settembre 2012

Gordon Ramsay del Poggio

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Da quando Il Marito permane a casa, ho passato con grande sollievo lo scettro della cucina a lui, che lo impugna a fasi alternanti tra la 'minima sopravvivenza'  e la 'cucina creativa'.

Era senz'altro preda ad un raptus di quest'ultima, quando giorni fa ci ha chiamato a tavola e ci ha presentato un piatto semplice ma di aspetto e sapore appetitosissimi: tranci di tonno fresco alla piastra, in una leggera crosticina bianca con semini neri.

Claudia ed io ce li siamo spazzolati facendogli grandi complimenti, e solo a tonno sparito mi è caduto l'occhio sul piatto colmo di panatura, ancora sul piano della cucina.
Non si trattava di pangrattato come avevo pensato.

'Marito, ma con cosa era impanato questo tonno?'

E lui, loscamente vago:
' Con una cosa che ho trovato...'

'Trovato DOVE?'

'In una busta...'

'E dove hai trovato la busta?'

Laconico:
'Là...'

'LA' DOVE ??????'

'Tra i bicchieri'

'Ma quella E' LA MIA CRUSCA !!!!'

Crusca di avena, reperto della mia dieta Dukan di cui è elemento essenziale ed imprescindibile con scopo di coadiuvazione del transito  peristaltico.
Non capite?, un LASSATIVO!!, ecco!

A questo punto non volevo sapere altro, ma è partita Claudia:

'E i semini neri cosa sono, papà?'

Di nuovo sospettosamente laconico:

'Bhò, una cosa che ho trovato..'

Aridaje!...

'DOVE ???'

'Sempre tra i bicchieri... in una bustina...'

'Ma quale bustina, là non c'è ness..... '

Bustina.
Con all'interno piccolissimi semini neri.
Procurati secoli fa perchè  -pare!-  ingrediente della miglior tisana lassativa che mai erboristeria abbia spacciato.

'Trancio di tonno alla piastra in croccante panatura 
di crusca di avena e semini lassativi'

Un piatto che farà furore su qualsiasi menù...

Di certo Il Marito ha aperto la strada per una nuova cucina di tendenza: dopo la gastronomia molecolare di  Adrià & co. abbiamo la cucina... la cucina...
Non lo voglio sapere come si chiamerà la scuola gastronomica cui fa capo Il Marito, va bene??!!!
E neanche voglio che lo suggeriate voi!  ;)

Stiamo valutando interessanti proposte per una serie di trasmissioni culi-narie  ;) su Sky e su Real Time: Gordon, sei finito!




mercoledì 19 settembre 2012

Philosophia

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Succede.
Succede che qui sul Poggio non piova da 3 mesi.
Gli indigeni affermano che al Poggio sia stata fatta una malia, per cui la pioggia gira sempre attorno: vedi che piove là a 300 metri ma sul Poggio, un secco come nel Sahara.

Succede che finalmente oggi si sia rotto l'incantesimo, e che verso mezzogiorno e qualcosa il cielo abbia deciso di concedere tutto assieme quanto ci aveva negato per mesi.

Incidentalmente io, dopo altrettanti mesi, avevo appuntamento dal parrucchiere ma tant'è, di fronte alla campagna assetata non posso che gioire, nonostante.

E quindi sotto la pioggia scrosciante mi avvio verso l'auto per una giornata fittissima di impegni: prendere Claudia a scuola, un boccone veloce, parrucchiere, spese varie, Matriarca da portare dall'oculista, varie et eventuali.
Oppsss! ... avevo lasciato i  vetri aperti!, i sedili sono un tantinello zuppi ma pazienza.

Ma l'alzacristalli non dà segni di vita, e nemmeno il motore quando giro la chiave dell'accensione.

Panico.

Sono sul Poggio.
Macchina morta.
Diluvia.
Marito lontano 200 kilometri.
Tra 9 minuti esatti Claudia esce da scuola.
Non ha nè un ombrello e nemmeno una giacca; in compenso ha un gran mal di gola.

In un rigurgito di ottimismo tento una messa in moto Al Salto: approfittando dell'esiguissima pendenza e dei 5 metri a disposizione, provo a spingere l'auto (sempre sotto lo tsunami) e di saltarci su al volo, mettendo la seconda etc etc.
Ottengo solo di avere l'auto non più sul vialetto ma precisa in mezzo al prato.

Il panico diventa isteria, mi invento qualche imprecazione creativa.

Inizio a cercare i cavi per la batteria, poi una macchina la troverò.
Non i Vecchi Cavi per la batteria: quelli sono defunti in Francia, lo scorso anno.
I nuovi, che Il Marito giura di aver acquistato ma la cui collocazione è oggetto del Quarto Segreto di Fatima.

Li cerco in macchina, fin nei più reconditi anfratti di cui la Scénic è dotata.
Li cerco in garage, che essendo un garage improprio, un laboratorio creativo ed il ricettacolo di ogni schifezza e di ogni lavoro in corso, è  incasinato fino all'impraticabilità.
Niente cavi.
Sotto il diluvio li mendico dai vicini: chi c'è non li possiede, e chi li possiede non c'è.
L'angoscia sale, ormai Claudia sta uscendo di scuola, abbandonata a se stessa, nella tempesta...
Fortunatamente la ragazza ha preso la buona abitudine di portare con se il cellulare, e persino di tenerlo acceso e carico!
Riesco quindi a stopparla prima che lasci la scuola e le dico di non muoversi di lì, di stare al coperto e di attendere istruzioni.

La rabbia tracima: IO ho organizzato la giornata con precisione scientifica, ed IO non posso perdere il controllo sul tempo, sugli eventi, sulla stramaledettissima auto!

Telefono all'Amica-Vicina-Mamma a Casa.
Ha scelto proprio oggi per tornare al lavoro, è a Firenze e non può essermi di nessun aiuto.
Telefono all'Amica-Vicina-Lavoratrice.
La Santa Donna molla l'ufficio, va a prendere la ragazza, me la porta fino a casa e ritorna al lavoro!
Con delle Amiche così....

Sapendo Claudia oramai 'in salvo', mi permetto di fermarmi un attimo e di entrare in modalità ZEN.
Perchè incollerirsi?
Perchè sono bagnata fradicia? Non posso uscire di casa, ho tutto il tempo di asciugarmi.
Perchè non posso andare dal parrucchiere? Soldi sprecati, con questo tempo.
Perche non posso portare mia madre dall'oculista? Ci sono i taxi, e la badante per accompagnarcela.
Perchè l'auto è e resta comunque morta e prima o poi nella vita potrebbe servirmi ancora? Ci sono gli elettrauto per questo...

Telefono al parrucchiere e disdico gli appuntamenti con tante scuse.
Telefono alla Matriarca, anche a lei molte scuse.
Telefono al meccanico, nel pomeriggio giungeranno i soccorsi.

Ed in ciò Claudia arriva tutta allegra a casa, con una delle sue idee sensazionali: buffet cinese da mangiarsi a letto guardando un film!
Reprimo l'ovvio rifiuto materno, ma poi, perchè no?

In pochi minuti 3 buste di orientali schifezze disidratate son diventate altrettante discutibilissime leccornie, e noi siamo infilate nel lettone con davanti un tris di primi, guardando un filmino scemo, in pace col mondo.

Scende la pioggia, ma che fa...




Aggiornamento: l'auto è ripartita, non grazie al meccanico ma al marito dell'amica che  mi aveva recuperato Claudia: Santi Subito!!

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domenica 9 settembre 2012

L'ultima Ficata



Notte agitata, qui sul Poggio.

Partiti, quasi spinti a forza fuori dal cancello, gli ultimi ospiti recalcitranti, distribuite variamente su divani/letti/materassini le pernottanti, ognuno avrebbe potuto finalmente abbandonarsi e dormire, sognare.

Invece, chi per incubi, chi per zanzare, chi per un bicchiere di troppo, chi per 8 porzioni di strudel di peperoni, ciascuno ha avuto la sua lunga notte.

La mia ha visto vegliare un'esausta Salvia fino all'alba, facendo l'appello di ogni singolo muscolo che compone il mio corpo vetusto.
Fuorchè gli orecchi -misteriosamente scampati- mi doleva ogni singolo fascio: le guance, per aver troppo riso; le mascelle, per aver ininterrottamente masticato. Le spalle, i pettorali, la schiena, uuuuh!, la schiena...
E poi le gambe, per aver fatto  più scale della Osiris in tutta la sua carriera; un ginocchio, per esser caduta su dette scale; i piedi, per aver percorso l'equivalente alla Maratona di New York.

Per lunghe ore ho vegliato, quieta, ripensando alla giornata.
La mattina, in una mail ad Annarita l'Alkimista  avevo scritto quanto mi dispiacesse che stavolta venissero a mancare le presenze di sempre, gli affetti storici, ed avevo chiuso dicendo che ci sarebbero state tante facce completamente nuove, tante persone di cui non sapevo assolutamente niente, e che in fondo proprio quello era lo spirito della Ficata.

Ero stata assolutamente profetica: in un mix assolutamente azzeccato, ho visto arrivare oltre 50 persone dai 6 mesi ai 60 anni, talvolta contegnose e quasi vergognose nel non conoscer nessuno, e due ore dopo le ho viste ridere insieme fino alle lacrime, abbracciate come vecchie compagne di liceo.
Ho visto una stimata professionista proporre feste chirottere dai nomi preudo-orgiastici.
Ho visto sgomitamenti davanti al tavolo del buffet degni di una mensa di Calcutta.
Li ho visti rubarsi i fichi l'una dal cesto dell'altra
Ho sentito il Marito concionare in un'ininterrotto monologo durato 6 ore, che in confronto Grillo è un divo del cinema muto.

Ed ho provato un'immensa, incommensurabile soddisfazione, un'irreprimibile moto d'orgoglio per aver fatto sì che quelle persone fossero là, tutte insieme.

Ma, mentre vegliavo in barba ad una stanchezza abissale ed ogni fibra delle mie esauste spoglie mortali dolorosamente si manifestava, pensavo anche che le Ficate son cose da giovani, e che quindi io non me le posso proprio più permettere.

Nonostante le mie amiche si siano date ininterrottamente da fare, sparecchiando, preparando, pulendo e lavando, nonostante l'Amica sia addirittura arrivata al venerdì per ripartir solo la domenica mattina aiutandomi in tutto e per tutto, non credo che sopravvivrei ad un'altra giornata come quella di ieri.
Gli anni passano anche per le Salvie, e per una sorta di CEPU bastardo io invecchio 3 anni in uno, ovvero di almeno 3 anni ogni 12 mesi.
E' quindi estremamente probabile che quella di ieri sia stata l'ultima Ficata.

Poi, forse, i dolori di Ficata son 'scordarelli' come quelli di parto e tra qualche mese potrei aver rimosso tutto, ma adesso rivolgerei gesti irriferibili a chiunque  accennasse all'eventualità di una prossima edizione.

Posso solo ringraziare uno per uno tutti coloro che hanno fatto di ieri un'indimenticabile giornata, sobbarcandosi anche viaggi lunghissimi per onorarmi della loro presenza e del loro affetto. Contribuendo con succulente specialità, socializzando, collaborando, riordinando.

Grazie !, dal più profondo del mio cuore verdesalviesco.

Dani



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